La Fuji X-E5 in sintesi
La Fujifilm X-E5 è pensata per chi vuole una fotocamera compatta, elegante e divertente; per l'appassionato con un’anima più creativa che tecnica. È perfetta per reportage, street e per chi ama lavorare direttamente in JPEG sfruttando le simulazioni pellicola.
Se cerchi una macchina che inviti a fotografare con piacere e leggerezza, allora la X-E5 fa per te.
La mia prova e le mie considerazioni
Lo scorso 22 agosto anche in Italia è iniziata la vendita della Fujifilm X-E5, proposta a 1.599€ in kit con il nuovissimo XF 23mm f2.8. Le sue specifiche tecniche sono note già dal 12 giugno, data della presentazione, e per non ripetermi vi rimando a quanto scritto allora ("Fujifilm X-E5: caratteristiche, foto, prezzo e considerazioni").
Oggi, invece, provo a rispondere alla prima domanda che mi è stata fatta da chi mi ha incrociato in queste settimane mentre provavo la X-E5: "Come va questa nuova Fuji?"
E come volete che vada: è una macchina da 1.600 euro, difficile trovare macchine che fanno schifo in questa fascia di prezzo.
E, allora: "Ma li vale 1.600 euro?"
Eh, li vale 1.600 euro? Dipende da quanto valgono per te 1.600 euro; per me sono un bel gruzzolo. Però, devo ammettere, la X-E5 fa di tutto per giustificare questa spesa.
Il piacere delle cose fatte bene
Iniziamo dall'esterno. Il fascino è innegabile: la X-E5 sembra uscita dalle mani di un appassionato, non da una catena di montaggio. A partire dalla tracolla, che non è la classica misera cinghia in similpelle: qui abbiamo un bella tracolla in corda che fa molto aftermarket. Un po' scomodo per chi, come me, è abituato ad avvolgerla al polso quando porta la macchina fotografia, ma di sicuro bella.
E poi le ghiere, in metallo, con una zigrinatura tanto perfetta da sembrare una corona di diamanti. O gli altri piccoli particolari, come la ghiera per la regolazione diottrica del mirino - non sempre comodissima - che ti dicono che chi ha pensato questa macchina è un fanatico di macchine fotografiche tanto quanto te. O forse di più.
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La lavorazione delle ghiere in metallo |
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La ghiera per la regolazione diottrica: non comodissima ma bellissima |
Una stabilizzazione efficace
All'interno l'elemento più interessante non è, a mio parere, il sensore da 40mp ma il sistema di stabilizzazione a 5 assi, veramente efficace. Su di una fotocamera votata alla strada e ai viaggi è una soluzione che in molti casi permette di lavorare con ISO non troppo alti, o di chiudere l'otturatore, o mantenere tempi brevi anche quando la luce inizia a calare. Un'ottima soluzione non solo per offrire la migliore qualità d'immagine possibile, ma anche per ampliare la libertà creativa.
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Cortona on the move. Fuji X-E5 + 23mm. 1/8s a f 6.4, 6400 ISO. JOOC |
Ovviamente, stabilizzando il sensore, il sistema "funziona" con qualsiasi ottica (anche vintage).
Questo mi porta a parlare, per inciso, degli ISO: da specifiche tecniche ci si può spingere fino a 51.200 ISO, ma a questo livello il JPEG è piuttosto impastato. Meglio fidarsi del sistema di stabilizzazione, abbassare gli ISO (6.400 sono gestiti benissimo) e scattare con tempi anche molto brevi. Come detto: 1/8 di secondo, a mano libera, con la Fuji X-E5 non sono un problema.
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Fujifilm X-E5, dettaglio di foto a 51.200 ISO |
Il sensore
I 40 megapixel non sono la novità che mi fa urlare "WOW": tra i diversi sensori Fuji APS-C che ho provato - quello da 16mp della X-E1, quello da 24mp della X-T20 e quello da 40 della X-E5 - il mio preferito rimane quello da 24 megapixel, che offre un buon equilibrio tra la possibilità di stampare "in grande" e la dimensione del file. Tutti i produttori stanno, però, aumentando la densità dei loro sensori; inevitabile quindi che lo facesse anche Fuji.
Dato che l'unico lato veramente negativo è il peso del file (e l'immagine anche troppo dettagliata, ma questi sono gusti personali), concentriamoci sull'aspetto positivo: con tutti questi pixel a disposizione si può tagliare (croppare) quanto si vuole. Tant'è che Fuji stessa mette a disposizione una funzione di crop in fase di scatto.
Inoltre, e per fortuna, Fuji permette di salvare le immagini anche nel formato RAW compresso senza perdita di informazioni (e, quindi, di qualità) che riduce notevolmente le dimensioni del file, da circa 80mp a poco meno di 50mp. Fermo restando che - come Fujifilm cerca di convincerci sin dalla prima serie X - forse la maggior parte degli acquirenti della X-E5 dovrebbe trovare preferibile ADDIRITTURA scattare solo in jpeg.
RAW o JPEG? Photography First
OK, ne convengo: questa affermazione merita un approfondimento.
Sin dal debutto della serie X, Fuji ha lavorato tantissimo per trasferire alle fotocamere digitali tutto il suo know-how in tema di pellicole e colore: non si è trattato, semplicemente, di definire un set di "profili colore", ma è stata una scelta che ha richiesto lo sviluppo di un sensore specifico (X-Trans) e di algoritmi che richiedevano un bel po' di potenza di calcolo (tant'è che per arrivare al bianco e nero della Acros abbiamo dovuto aspettare l' X-Processor Pro).
Con la X-E5 Fuji ha voluto nuovamente dare centralità alla modalità di "simulazione pellicola", dedicandole una bella e nostalgica ghiera; qualcosa di simile era già stato presentato sulla X-T50, X-M5 e X-Half. La mia idea è che se Fuji ha fatto questa scelta per tutti i suoi prodotti di fascia intermedia e sulla innovativa X-Half - che si rifà esplicitamente al mondo della pellicola - è perché crede veramente nel suo motto Photography First: il look della fotografia nasce direttamente in camera, rendendo superflua la postproduzione.
In questo senso vanno tutte le modalità di simulazione pellicola rilasciate nel tempo e la possibilità che offre la X-E5 di personalizzarle ulteriormente (cito, tra le altre, le funzioni Grain Effect, Color Chrome Effect, Color Chrome FX Blue Effect, ...). E la ghiera sulla X-E5 sta lì a ricordarcelo: lascia stare i RAW, pensa di avere in mano una fotocamera analogica, scegli la tua pellicola e pensa solo a divertirti. Se l'argomento ti incuriosisce, ti segnalo anche l'articolo «There’s Nothing Wrong With Making Digital Look Like Film» su PetaPixel.
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Fuji X-E5 + 23mm. 1/100s a f 16, 800 ISO. Esteticamente non una grande immagine, però ombre e luci sono gestite bene anche in una assolata giornata estiva. JOOC |
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Fuji X-E5 + 23mm. 1/100s a f5.6, 3200 ISO. Immagine esteticamente un po' più interessante e sempre un'ottima gestione delle zone in ombra e alla luce. JOOC |
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Fuji X-E5 + 23mm. 1/100s a f 6.4, 800 ISO. RAW + Lightroom; in questo caso il contrasto era veramente elevato, e il JOOC ha bruciato un po' di dettagli nella chiazza di luce, ancora presenti nel RAW. |
Perdonatemi questa lunga divagazione; se vi prendete una Fuji promettetemi, però, che prendete almeno in considerazione l'idea di scattare SOLO in jpeg. O HIEC, perché con la X-E5 potete salvare le foto anche in questo formato.
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Amarcord: la Fuji X-E1, con il 27mm, e la pronipote X-E5, con il 23mm |
Semplicità d'uso o personalizzazione estrema?
Il principio "Photography First" ci introduce ad un'altra caratteristica della X-E5: la sua ergonomia - derivata dalle fotocamere analogiche, con tutte le principali funzioni (tempo, diaframma, compensazione dell'esposizione) a portata di ghiera - la rende semplicissima da utilizzare. La acquisti, apri il pacco, metti la batteria, inserisci una scheda SD e sei pronto a fotografare. E, secondo me, questa è la migliore cosa da fare all'inizio: ti godi la macchina, ti godi l'esperienza fotografica.
Poi, arrivati a sera, ti puoi sedere e iniziare a curiosare nel menù: e ti rendi conto che la X-E5 è anche una fotocamera incredibilmente complessa, che permette di essere personalizzata in ogni dettaglio. Per farsene un'idea è sufficiente aprire, ad esempio, il menù dell'autofocus: si articola in più di 20 voci!
Breve excursus sull'AF della Fuji X-E5. Troppa grazia per una fotocamera destinata alla street photography e ai viaggi ma, considerando che la X-E5 può montare qualsiasi ottica "X", incluso il cannone da 500mm, e che quindi si può scegliere di farci anche un po' di fotografia sportiva, tutto sommato una scelta non sbagliata. Nell'utilizzo quotidiano, comunque, più che tutte le modalità di tracciamento ho molto apprezzato l'ampia area di selezione del punto di messa a fuoco che, arrivando fin sui bordi dell'immagine, offre al fotografo la massima libertà creativa. Ottima la velocità di messa a fuoco con tutte le ottiche che ho provato: il nuovo 23mm; il 35mm f1.4; il 18-55mm; il 23mm f2.
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Fuji X-E5 + 23mm. 1/105s a f 11, 125 ISO. JOOC |
Torno alla personalizzazione e alla possibilità di associare una specifica funzione ad ogni ghiera o pulsante presente sulla X-E5. Le possibilità sono anche un po' eccessive (basti pensare che la nuova leva sul frontale può essere personalizzata su 4 diverse funzioni contemporanee: pressione breve a sinistra, pressione lunga a sinistra, pressione breve a destra, pressione lunga a destra, ognuna con un comportamento diverso!) ma, ovviamente, si può sceglie di limitarsi a quello che realmente serve e si utilizza.
Avendola a disposizione per qualche settimana ho settato il minimo indispensabile; se la X-E5 fosse stata la mia sono sicuro che avrei dedicato un paio di ore per definire il comportamento di ogni singolo pulsante o leva. A questo proposito, molto comodo il joystick sul dorso, che sostituisce completamente il selettore a croce: fatta l'abitudine alle dimensioni lillipuziane, diventa un compagno di lavoro insostituibile.
E i difetti?
Tutto bene, quindi? possibile che non abbia nessun difetto? Beh, la perfezione non è di questo mondo. Anzitutto la Fujifilm X-E5 non è tropicalizzata, come tutte le altre fotocamere Fuji a ottiche intercambiabili di questa fascia; per la mia esperienza (X-E1, X-T20) con un minimo di attenzione non ho mai avuto problemi particolari. Quanto alla X-E5 l'ho portata anche in fuoristrada sugli sterrati delle cave di Carrara - dove i camion carichi di blocchi sollevano nuvole di polvere bianca - senza, mi pare, evidenti problemi di polvere sul sensore. Comunque, la Fujifilm X-E5 non è tropicalizzata e anche se l'ottica in kit lo è, con pioggia molto intensa o ambienti molti polverosi è necessario un minimo di attenzione in più rispetto ad una fotocamera tropicalizzata
In alcune recensioni, inoltre, ho letto che la batteria, sempre la stessa sin dalla prima X100, è un po' sottodimensionata per le nuove esigenze di potenza di calcolo, stabilizzazione, monitor eccetera e, per farla breve, tende a scaricarsi rapidamente. In due settimane di viaggio io non ho mai avuto nessun problema, ricaricando la batteria ogni due e a volte tre giorni. Ovviamente il consumo della batteria dipende moltissimo dalle abitudini d'uso: io tengo accesa la fotocamera solo per il momento dello scatto, cerco di limitare il numero di scatti "in sequenza", non riguardo le immagini sul monitor e non giro video. Ho iniziato a fotografare con la pellicola e credo che qualche abitudine rimanga 😉. Comoda la possibilità di ricaricare direttamente con presa USB.
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Fuji X-E5 +23mm. 1/480s a f 11, 125 ISO. JOOC |
A chi è adatta?
La Fuji X-E5 - grazie all'ampia gamma di ottiche disponibili per l'innesto X - può ovviamente prestarsi a tutti gli usi; considerata la forma "a telemetro" ci sono alcuni ambiti d'utilizzo privilegiati.
Quindi la vedo benissimo per la fotografia di viaggio (come l'ho utilizzata io in queste settimane, su e giù per un afosissima pianura padana), per la street photography e per i ritratti ambientati; meno, ad esempio, per la fotografia in studio (anche se è disponibile l'opzione di scatto in tethering) o per la fotografia sportiva (non ha senso abbinarle un lungo e pesante tele).
In viaggio e nelle uscite fotografiche si farà apprezzare per il peso contenuto, nonostante l'abbondanza di raffinato metallo, le dimensioni compatte (soprattutto se abbinata al nuovo 23mm o al 27 mm) olttre, ovviamente, per la qualità delle immagini.
Resta da affrontare l'ultima domanda, quella dalla quale siamo partiti:
la Fuji X-E5 vale i suoi 1.600 euro?
Considerando:
- i prezzi dei prodotti concorrenti,
- la cura con cui è realizzata e assemblata,
- i contenuti tecnici, hardware (sensore, processore, sistema di stabilizzazione) e software (in particolare le modalità simulazione pellicola e il sistema AF, e le relative possibilità di personalizzazione)
la mia risposta è sì. Nella definzione del prezzo entrano in gioco anche strategie di posizionamento del prodotto e di marketing, ispirate ad altri prodotti di fascia alta (leggi: Leica), ma la risposta è, indubbiamente, sì.
Ciao
Giovanni
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