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Fotografia, estetica e politica secondo Jérôme Sessini

Come altre volte, anche in questo caso l'intervista di Maledetti Fotografia a Jérôme Sessini offre diversi spunti di riflessione interessanti.

Jérôme Sessini. Siria, Aleppo, 2013
Me ne sono appuntati due: il primo riguarda il rapporto tra estetica e fotografia:
La fotografia è estetica, senza estetica non c’è fotografia e non c’è interazione con il pubblico. Ma l’estetica si deve fermare quando diventa più importante del soggetto. È un equilibrio su cui il fotografo deve sempre lavorare. Quando vuoi far capire e quando cerchi di sedurre? Quando cerchi di sedurre, allora c’è un problema.
il secondo appunto riguarda la libertà intellettuale del fotografo, ed è la risposta alla domanda: È difficile per un reporter prendere una posizione politica libera?
Dipende da ciò che vuoi fare delle tue foto. Se vuoi essere pubblicato spesso, devi fare un certo tipo di fotografia e devi seguire una certa visione. In Ucraina, se non ti schieri contro i russi, non sarai pubblicato. È tanto semplice quanto sbagliato. Non dico che i russi abbiano ragione, ma non è il ruolo dei fotografi dire chi ha ragione e chi ha torto. Se vuoi solo fare foto e accetti di non pubblicare troppo, allora sei più libero.
Jérôme Sessini è un fotografo francese dell’agenzia Magnum. Ha seguito la guerra in Iraq, la caduta del presidente haitiano Jean-Bertrand Aristide, la presa di Mogadiscio da milizie islamiche, la guerra in Libano, in Libia, in Siria e in Ucraina, e la guerra tra i cartelli della droga in Messico

Ciao
Giovanni B.

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