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2 righe sul World Press Photo 2011

Impressioni di un pomeriggio di sabato dedicato alle fotografie vincitrici del World Press Photo, esposte al Museo di Roma in Trastevere.

La fotografia di Samuel Aranda vincitrice del World Press Photo of the Year 2011
World Press Photo of the Year 2011 - Samuel Aranda

Mediamente non mi ha entusiasmato come altri anni, forse perché la maggior parte delle fotografie le avevo già viste, riviste e riviste ancora? I grandi eventi del 2011 (il terremoto in Giappone e le rivolte di Piazza nel nord Africa) li abbiamo vissuti in diretta su internet, poi rivisti in TV, sui blog, sulle riviste...

Un grande reportage non necessariamente ha bisogno dei grandi eventi: intimo quello dell'argentino Alejandro Kirchuk ("Never let you go"), che necessariamente richiama a quella promessa di amare "finchè morte non ci separi" che si fanno reciprocamente gli sposi; struggente quello dell'americano John More ("Evicted"), che mi fa riflettere su di un principio che sembra scontato e sacrosanto ("se non paghi l'affitto devi essere sfrattato").

Le tre fotografie esposte di Paolo Pellegrin (tratte dalla serie "Tsunami Aftermath"), sintesi di tecnica e talento, valgono, da sole, il prezzo del biglietto d'ingresso. E ne avanza pure.

Ciao
Giovanni B.

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