Un viaggio alla scoperta della Route 66, con la Fuji X-E2s, il 18mm e il 27mm.
Testo e foto di Francesco Algeri.
E' pop, estremamente kitsch, un contrasto continuo e un continuo eccesso, un’esagerazione di stili ed uno stile unico allo stesso tempo. Le piantagioni di mais nell’Illinois, i saliscendi del Missouri e le pianure dell’Oklahoma. La natura che stupisce e una balena stupefatta a Catoosa. E' Elvis dentro una Dodge mentre mangi un gelato senza un perché. L’insegna di un “Cafè” in mezzo al nulla. Il Texas, la carne e Amarillo. Una ghost town ed una strada senza uscita. Una foresta pietrificata nel nulla e una giungla di automobili nella città degli angeli. E poi ancora colori, polvere e strade infinite. E’ America, in tutto e per tutto: quel che rimane della Route 66 è l’esatta sintesi di ciò che amo e odio degli Stati Uniti.
Esistono dei luoghi che mantengono la sostanza dei sogni anche quando li abbiamo raggiunti ed è questa la sensazione che ho provato percorrendo per intero la Route 66, la Mother Road, una linea discontinua tracciata inizialmente nel 1926 che corre lungo 8 Stati, dall’Illinois alla California attraverso Missouri, Oklahoma, Kansas, New Mexico, Texas e Arizona, il cuore degli Stati Uniti d’America. Percorrerla non è come viaggiare su una strada qualsiasi, non basta seguire un cartello o, ancora meno, accendere il navigatore e non solo perché non è più presente nello stradario americano ma perché la 66, in realtà, non è solo una strada ma un modo di intendere lo spazio e il tempo; bizzarre insegne al neon, dinners improbabili e molti altri luoghi caratteristici rendono la traversata un vero e proprio viaggio nel tempo e nelle città della provincia americana.
Testo e foto di Francesco Algeri.
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| Missouri | © Francesco Algeri |
E' pop, estremamente kitsch, un contrasto continuo e un continuo eccesso, un’esagerazione di stili ed uno stile unico allo stesso tempo. Le piantagioni di mais nell’Illinois, i saliscendi del Missouri e le pianure dell’Oklahoma. La natura che stupisce e una balena stupefatta a Catoosa. E' Elvis dentro una Dodge mentre mangi un gelato senza un perché. L’insegna di un “Cafè” in mezzo al nulla. Il Texas, la carne e Amarillo. Una ghost town ed una strada senza uscita. Una foresta pietrificata nel nulla e una giungla di automobili nella città degli angeli. E poi ancora colori, polvere e strade infinite. E’ America, in tutto e per tutto: quel che rimane della Route 66 è l’esatta sintesi di ciò che amo e odio degli Stati Uniti.
Esistono dei luoghi che mantengono la sostanza dei sogni anche quando li abbiamo raggiunti ed è questa la sensazione che ho provato percorrendo per intero la Route 66, la Mother Road, una linea discontinua tracciata inizialmente nel 1926 che corre lungo 8 Stati, dall’Illinois alla California attraverso Missouri, Oklahoma, Kansas, New Mexico, Texas e Arizona, il cuore degli Stati Uniti d’America. Percorrerla non è come viaggiare su una strada qualsiasi, non basta seguire un cartello o, ancora meno, accendere il navigatore e non solo perché non è più presente nello stradario americano ma perché la 66, in realtà, non è solo una strada ma un modo di intendere lo spazio e il tempo; bizzarre insegne al neon, dinners improbabili e molti altri luoghi caratteristici rendono la traversata un vero e proprio viaggio nel tempo e nelle città della provincia americana.
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| Chicago | © Francesco Algeri |
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| Staunton - Illinois | © Francesco Algeri |
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| Route 66 | © Francesco Algeri |
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| Catoosa - Oklahoma | © Francesco Algeri |
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| Texas | © Francesco Algeri |
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| Route 66 | © Francesco Algeri |
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| Tucumcari - New Mexico | © Francesco Algeri |
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| Route 66 | © Francesco Algeri |
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| Seligman - Arizona | © Francesco Algeri |
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