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Verona, dicembre 2015. Ponte della Vittoria immerso nella nebbia |
Non so, forse devi esserci nato in mezzo alla nebbia per apprezzarla e per sentirne, quando cambi città, la mancanza.
Questa, mi rendo conto che è una cosa che i miei amici napoletani proprio non riescono a capire.
Per primo Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfiro-genito Gagliardi de Curtis di Bisanzio (ovvero, Antonio de Curtis, ovvero, Totò) non se ne capacitava:
Ma, dico, se i milanesi, a Milano, quando c’è la nebbia, non vedono, come si fa a vedere che c’è la nebbia a Milano?
Rispondo con le parole di Carlo Campanini:
Io non conosco quella degli altri paesi, ma questa di Milano (e, per quello che mi riguarda, anche quella di Verona) è una gran nebbia, simpatica, affettuosa, cordiale. Ti fascia tutto come una carezza. E poi mi pare che la nebbia inviti all’intimità, all’ottimismo, alla confidenza.
Mentre agli amici appassionati di fotografia dedico questa frase di Erin Bow:
Di notte la nebbia è fitta e piena di luce, e talvolta di voci.
O, ancora, questa di Janet Fitch:
Il punto di vista della strada era così poco chiaro che non si poteva anche vedere oltre il viadotto successivo. Un profilo per un momento apparve nella nebbia e scomparve di nuovo, come se il mondo si fosse creato in quel momento e subito si fosse cancellato.
Ciao
Giovanni B.
PS. Le citazioni le ho rubate da Internet. Spero solo siano corrette o, quantomeno, sufficientemente corrette. :)
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