Mark Shaw è uno dei più importanti fotografi di moda degli anni '50 e '60; firmò oltre 25 copertine per la rivista LIFE ed immortalò alcune tra le più indimenticabili icone femminili dell’epoca. Le sue fotografie sono oggi l'occasione per riflettere sul concetto di Fashion mass icon, concetto attuale ma che nasce molti anni fa, quando fotografia e moda hanno intrecciato i loro destini.
E’ proprio all’inizio del XX secolo che la moda inizia a costruire la sua identità come oggi la conosciamo: fenomeno di massa «che ha nella dimensione urbana il suo terreno di espressione e di riproduzione, di coesione sociale e di comunicazione del gusto, che è basato non solo sulla distinzione, ma anche sull’imitazione».
In questa comunicazione dell’immaginario e della costruzione delle icone fashion la fotografia ha svolto un ruolo fondamentale in quanto mezzo che ha saputo cristallizzare il perpetuo divenire di stili e del mutare del gusto. E Mark Shaw è stato uno dei più grandi e fedeli interpreti di questo immaginario.
La carriera di Shaw – iniziata nel 1946 per Harper’s Bazaar e Mademoiselle per poi passare nel 1952 a LIFE – è infatti tra gli altri legata al nome di Coco Chanel, che il fotografo immortalò nel 1957 durante il "ritorno alle scene" della stilista. Chanel si era ritirata nel 1938 da una azienda che contava oltre 3000 dipendenti ma, incapace di resistere alla tentazione della moda, era rientrata nell'impresa nel 1954.
Per lo shooting Shaw ritrasse Coco Chanel (in alcuni scatti assieme all'attrice Jeanne Moreau e alla modella Suzy Parker) nel suo appartamento di Parigi; la famosa scala a specchio che dominava l’appartamento di Chanel si rivela una location fotografica perfetta. Le immagini informali in bianco e nero sono state realizzate con una fotocamera da 35 mm e nessuna luce artificiale, il che permise a Shaw di catturare una Chanel insolitamente rilassata, in momenti intimi e quasi confidenziali.
Fu proprio grazie al suo background nel modo della moda che Shaw fu scelto, nel 1953, per coprire la lavorazione del film "Sabrina" - con una giovanissima Hepburn reduce dal successo di “Vacanze Romane” – negli studi della Paramount per oltre due settimane. Se all’inizio l’attrice si rivelò timida e quasi ritrosa nei confronti dell’obiettivo di Shaw, presto però tra i due si instaurò una amicizia e una confidenza che permise al fotografo di catturare scatti casual e privati che contribuirono con il loro stile a donare dell'attrice quell’immagine naturale che è rimasta nella storia. I negativi di quella sessione fotografica andarono perduti e, solo recentemente, sono tornati alla luce permettendoci di riscoprire il fascino senza tempo di uno dei nomi più amati del cinema.
E’ proprio all’inizio del XX secolo che la moda inizia a costruire la sua identità come oggi la conosciamo: fenomeno di massa «che ha nella dimensione urbana il suo terreno di espressione e di riproduzione, di coesione sociale e di comunicazione del gusto, che è basato non solo sulla distinzione, ma anche sull’imitazione».
In questa comunicazione dell’immaginario e della costruzione delle icone fashion la fotografia ha svolto un ruolo fondamentale in quanto mezzo che ha saputo cristallizzare il perpetuo divenire di stili e del mutare del gusto. E Mark Shaw è stato uno dei più grandi e fedeli interpreti di questo immaginario.
La carriera di Shaw – iniziata nel 1946 per Harper’s Bazaar e Mademoiselle per poi passare nel 1952 a LIFE – è infatti tra gli altri legata al nome di Coco Chanel, che il fotografo immortalò nel 1957 durante il "ritorno alle scene" della stilista. Chanel si era ritirata nel 1938 da una azienda che contava oltre 3000 dipendenti ma, incapace di resistere alla tentazione della moda, era rientrata nell'impresa nel 1954.
Per lo shooting Shaw ritrasse Coco Chanel (in alcuni scatti assieme all'attrice Jeanne Moreau e alla modella Suzy Parker) nel suo appartamento di Parigi; la famosa scala a specchio che dominava l’appartamento di Chanel si rivela una location fotografica perfetta. Le immagini informali in bianco e nero sono state realizzate con una fotocamera da 35 mm e nessuna luce artificiale, il che permise a Shaw di catturare una Chanel insolitamente rilassata, in momenti intimi e quasi confidenziali.
Fu proprio grazie al suo background nel modo della moda che Shaw fu scelto, nel 1953, per coprire la lavorazione del film "Sabrina" - con una giovanissima Hepburn reduce dal successo di “Vacanze Romane” – negli studi della Paramount per oltre due settimane. Se all’inizio l’attrice si rivelò timida e quasi ritrosa nei confronti dell’obiettivo di Shaw, presto però tra i due si instaurò una amicizia e una confidenza che permise al fotografo di catturare scatti casual e privati che contribuirono con il loro stile a donare dell'attrice quell’immagine naturale che è rimasta nella storia. I negativi di quella sessione fotografica andarono perduti e, solo recentemente, sono tornati alla luce permettendoci di riscoprire il fascino senza tempo di uno dei nomi più amati del cinema.
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