Di seguito ti riporto i miei appunti e le mie impressioni di quel sabato: è quindi più quello che io ho capito che quello che lui ha detto, e me ne assumo tutte le responsabilità.
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Francesco Comello, L'isola della salvezza |
di mostrare ... un mondo dove mi sarei sentito bene, dove le persone sarebbero state gentili, dove avrei trovato la tenerezza che speravo di ricevere. Le mie foto erano come una prova che questo mondo può esistere (Robert Doisneau)Boh, probabilmente è solo una mia proiezione mentale, e mi piacerebbe sapere da Francesco Comello se mi sbaglio (aggiornamento: leggi la sua risposta più sotto!), ma guardando le sue foto ho la sensazione (piacevole) di entrare in un mondo bello: non un mondo edulcorato, non un mondo artificiosamente privo di difficoltà, ma comunque un mondo bello, elegante ma non nel senso modaiolo della parola.
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Francesco Comello, L'isola della salvezza |
In fotografia è importante saper aspettare e non accontentarsi del primo scatto
E' mattina presto, dopo una notte con poco riposo; la prima alba serena dopo molti giorni di pioggia.![]() |
Francesco Comello, L'isola della salvezza |
Aspetta con pazienza fino a quando uno stormo di uccelli si infila nel cielo vuoto, a dare movimento a tutta l'immagine. E se la ingrandisci, noti che gli uccelli sembrano quasi pesci che nuotano nell'acqua. E' un richiamo che troveremo in altre foto: in fin dei conti, stiamo parlando di un'isola. E se è un'isola, ci devono essere dei pesci!
Comello fa questo, lo fa bene e mi piace: prende alcuni elementi e lascia che si trasformino, per raccontare la sua storia.
E poi c'è quella finestra: riflette la luce del sole, ma sembra illuminata dall'interno, come se volesse raccontare la levataccia di un uomo pronto ad andare nei campi.
La foto non si ferma allo scatto (ovvero, l'importanza della post-produzione)
Le fotografie di Comello sono in bianco e nero; scatta però a colori (anche se l'immagine la visualizza in bianco e nero già al momento dello scatto), il che gli consente di avere a disposizione tre canali (R,G,B) per gestire al meglio i grigi.![]() |
Francesco Comello, L'isola della salvezza |
Il caso e la fotografia
Il caso può avere un ruolo importante nella riuscita di una fotografia: ci sono situazioni che puoi "previsualizzare" e prevedere ed altre in cui il caso interviene (nella forma di un gesto, di un raggio di luce o di qualsiasi altro elemento inaspettato) e arricchisce di significato una fotografia.![]() |
Francesco Comello, L'isola della salvezza |
Ne è uscita una foto completamente diversa, e molto più ricca di significati.
Ottiche
Comello attualmente fotografa con una sola ottica, un 35mm equivalente. Il che lo "obbliga" (o lo aiuta) a concentrarsi sull'immagine.Lettura di una foto
Mi sono reso conto, con stupore e vergogna, che sabato è stata forse la prima volta che mi sono dedicato con attenzione alla lettura delle fotografie, ed è stato bello fermarsi a trovare relazioni e idee, anche non in linea con quelle del fotografo.Ad esempio, nella foto più sopra, Comello cercava un richiamo tra l'orario sulla pendola (le lancette sono sulle 2 e sulle 3 quasi 4) e il numero della stanza (204). Io la trovo fantastica così: la fotografia inizia nella realtà (l'immagine sulla sinistra è nitida, il numero della stanza è preciso) e transita in un mondo fiabesco (spostando lo sguardo verso destra emergono alcuni elementi fuori fuoco, ragazza compresa, e il numero è impreciso, sospeso tra il 203 e il 204).
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Francesco Comello, L'isola della salvezza |
E, aggiungo, da sinistra verso destra i volti descrivono un arco, che guida l'attenzione del "lettore" verso la ragazza più a destra, con tre espressioni di intensità via via crescente. E' una foto che potrei guardare a lungo.
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Francesco Comello, L'isola della salvezza |
Io trovo, in questa foto, una metafora dell'infanzia: la serenità di giocare spensierati con la sicurezza di avere sempre, alle spalle, una Casa dove riparare quando si fa notte, e il freddo più intenso.
Questo, in buona sostanza, è quello che ho rubato a Francesco Comello e che ho rielaborato nei giorni successivi. Ma, se ne hai l'occasione, vai ad ascoltare "l'originale"; ne vale assolutamente la pena.
Ciao
Giovanni B.
Aggiornamento: con grande piacere ho scoperto che Francesco Comello mi ha risposto su Facebook. Riporto le sue parole di seguito, per comodità ma, soprattutto, perchè desidero mantenerne memoria:
Grazie Giovanni, ho letto quello che hai scritto sul blog e ti ringrazio. Quello che di più mi affascina nella fotografia è la possibilità di entrare nell'immaginario di chi la guarda, di lasciare questo spazio intimo e personale ad ogni osservatore. Le foto così nel loro vagare, si separano da me e potranno prendere vita propria.
E che dire di questa frase di Robert Doisneau che riporti: « Quello che io cercavo di mostrare era un mondo dove mi sarei sentito bene, dove le persone sarebbero state gentili, dove avrei trovato la tenerezza che speravo di ricevere. Le mie foto erano come una prova che questo mondo può esistere.» È esattamente questo che cerco. Sono dell'idea che, oggi più che mai, sia necessario non dimenticare che al mondo esiste ancora la bellezza, sinonimo di purezza, armonia, incanto. Io cerco quell'ALTROVE" che in qualche modo ci dia la speranza che può esistere un'alternativa. Un tempo solo immaginare l'altrove aiutava a sopravvivere, ora non ci rimane più neanche questa consolazione!
Eppure c'è ancora e per me rimane un richiamo potente. Nei miei viaggi lo incontro, spesso nei posti più umili, dove la fertilità del cuore è più viva.
Grazie ancora Giovanni.
Ho ascoltato anche io Comello l'altro sabato a Roma e ne ho ricavato le medesime impressioni. Ho subito pensato a Giacomelli, un altro narratore visionario. L'ho scritto sul profilo FB di Comello.
RispondiEliminaMi sono innamorato del suo modo di fare fotografia. Mi ha riportato indietro nel tempo, quando i reportage erano anche racconti di vita.
Un vero maestro Francesco, umile e disponibile.
Ciao