In evidenza

Tutti i concorsi di fotografia del 2024

L'Hip Hop e le fotografie di Michael Lavine

Michael Lavine (San Francisco, 1963) è uno dei fotografi più affermati e ricercati nel mondo dello spettacolo e della musica. Dopo essersi diplomato, Lavine si trasferisce nel nord-ovest del Pacifico per frequentare l’Evergreen State College di Olympia, nello Stato di Washington; qui diventa uno dei fotografi della nascente scena Grunge: stringe subito amicizia con molti dei membri delle band, su tutti Kurt Cobain dei Nirvana.
Dopo la scomparsa di Cobain la carriera di Lavine prosegue con grande successo nell’ambiente musicale dell’Hip-Hop.

Gli OutKast in una fotografia di Michael Lavine
OutKast © Michael Lavine

L’hip hop, nato nei ghetti del Bronx all'inizio degli anni Settanta, non è stato solo un genere musicale di grande intensità ma anche un fenomeno che ha investito la cultura tout court: moda, danza, grafica e arti visive e che ha mutato codici comportamentali e linguistici dei giovani di allora e di oggi.

Michael Lavine negli anni ha realizzato numerosi ritratti fotografici, diventati poi iconici, legati al mondo dell’hip hop: suoi sono gli scatti di alcune copertine di album per artisti del calibro di Notorious B.I.G, Puffy, Lil’ Kim, Jay Z e Wu-Tang Clan (una delle foto più famose di Lavine è la copertina dell’album “Life After Death” di The Notorious B.I.G., pubblicata quindici giorni dopo l’omicidio del rapper, che lo rappresenta davanti ad un carro funebre, macabro presagio dei futuri avvenimenti).
Con i suoi ritratti l’artista è riuscito a cogliere le diverse sfumature di un movimento culturale che, a quarant’anni dalla sua nascita, scavalcando confini territoriali, etnici e temporali, si può ancora ritenere un fenomeno cardine della società contemporanea.

Sono i musicisti hip hop a cercare Lavine:
Avevo fotografato principalmente gruppi rock indipendenti, i miei scatti erano forti, lo stile era d’impatto e per gli artisti hip hop questo era importantissimo. Ero diventato l’uomo da cui andare, volevano sembrare i più cool di tutti.
Un lavoro non sempre facile:
passavamo molto tempo sul set, anche perché nessuno di loro era quasi mai puntuale. I musicisti hip hop sono persone simpatiche ma si fa davvero fatica a portarli sul set, soprattutto in orario. Jay Z è arrivato sul set con otto ore di ritardo, con Eminem non ci siamo presi, si è seduto sulla sedia per qualche minuto e poi è corso via. I Beastie Boys li conoscevo perché frequentavo la scena di New York, ho fatto più di un lavoro con loro. Con 50 Cent invece mi sono divertito tantissimo, soprattutto a non vederlo fare un passo senza che le sue sette guardie del corpo lo seguissero come un'ombra. E poi Biggie... con lui è stato bello scoprire che il suo aspetto diceva tutt’altro della sua personalità: la prima volta che l'ho visto sembrava impaurito, lui così grande e grosso ha iniziato a parlarmi con tranquillità, era dolce e simpatico.

Commenti