Domon Ken. Il Maestro del realismo giapponese - In mostra circa 150 fotografie, realizzate tra gli anni Venti e gli anni Settanta del ‘900, che raccontano il percorso di ricerca verso il realismo sociale.
Dai primi scatti, prima e durante la seconda guerra mondiale, che mostrano la visione legata al fotogiornalismo e alla fotografia di propaganda, passando dalla fotografia di ambito sociale, la mostra ripercorre la produzione di Domon Ken fino all’opera chiave che documenta la tragedia di Hiroshima, alla quale il fotografo si dedicò come rispondendo ad una chiamata e ad un dovere umanitario.
Domon Ken, considerato un maestro assoluto della fotografia giapponese e iniziatore della corrente realistica, segnò un capitolo epocale nella storia della fotografia giapponese del dopoguerra, facendo da base alla produzione fotografica contemporanea e rimanendo punto di riferimento a tutt’oggi per i circoli fotografici amatoriali giapponesi.
Domon sosteneva che “la dote fondamentale di un’opera di qualità sta nella connessione diretta tra la macchina fotografica e il soggetto”. Il Maestro era, infatti, sempre alla ricerca di una immagine del tutto realistica, priva di drammaticità. Sullo sfondo dello spirito rinfrancato del dopoguerra, rivolgeva lo sguardo alla società in generale e alla vita quotidiana: “Sono immerso nella realtà sociale di oggi ma allo stesso tempo vivo le tradizioni e la cultura classica di Nara e Kyoto; il duplice coinvolgimento ha come denominatore comune la ricerca del punto in cui le due realtà sono legate ai destini della gente, la rabbia, la tristezza, la gioia del popolo giapponese”.
Nota a margine: le 150 stampe originali sono state realizzate a Tokyo, con materiali di stampa Fujifilm, Fujifilm Professional Color Paper, Fujipro wp (carta per stampe in bianco e nero) e carta Fujifilm per procedimento a sviluppo chimico.
93 stampe in bianco e nero sono state esposte da vecchie pellicole fotografiche e vecchie lastre fotografiche a secco, direttamente sulla carta fotografica attraverso ingranditore in camera oscura.
23 stampe in bianco e nero e 32 stampe a colori sono state ottenute da pellicole bianco/nero e colore, quindi digitalizzate tramite scanner ed esposte con stampanti digitali per carta fotografica con sistema laser.
Museo dell'Ara Pacis, Lungotevere in Augusta (angolo via Tomacelli), Roma
Fino al 18 settembre 2016
Info
Dai primi scatti, prima e durante la seconda guerra mondiale, che mostrano la visione legata al fotogiornalismo e alla fotografia di propaganda, passando dalla fotografia di ambito sociale, la mostra ripercorre la produzione di Domon Ken fino all’opera chiave che documenta la tragedia di Hiroshima, alla quale il fotografo si dedicò come rispondendo ad una chiamata e ad un dovere umanitario.
Domon Ken | Allenamenti degli allievi del corpo della Marina, 1936 |
Domon Ken, considerato un maestro assoluto della fotografia giapponese e iniziatore della corrente realistica, segnò un capitolo epocale nella storia della fotografia giapponese del dopoguerra, facendo da base alla produzione fotografica contemporanea e rimanendo punto di riferimento a tutt’oggi per i circoli fotografici amatoriali giapponesi.
Domon sosteneva che “la dote fondamentale di un’opera di qualità sta nella connessione diretta tra la macchina fotografica e il soggetto”. Il Maestro era, infatti, sempre alla ricerca di una immagine del tutto realistica, priva di drammaticità. Sullo sfondo dello spirito rinfrancato del dopoguerra, rivolgeva lo sguardo alla società in generale e alla vita quotidiana: “Sono immerso nella realtà sociale di oggi ma allo stesso tempo vivo le tradizioni e la cultura classica di Nara e Kyoto; il duplice coinvolgimento ha come denominatore comune la ricerca del punto in cui le due realtà sono legate ai destini della gente, la rabbia, la tristezza, la gioia del popolo giapponese”.
Nota a margine: le 150 stampe originali sono state realizzate a Tokyo, con materiali di stampa Fujifilm, Fujifilm Professional Color Paper, Fujipro wp (carta per stampe in bianco e nero) e carta Fujifilm per procedimento a sviluppo chimico.
93 stampe in bianco e nero sono state esposte da vecchie pellicole fotografiche e vecchie lastre fotografiche a secco, direttamente sulla carta fotografica attraverso ingranditore in camera oscura.
23 stampe in bianco e nero e 32 stampe a colori sono state ottenute da pellicole bianco/nero e colore, quindi digitalizzate tramite scanner ed esposte con stampanti digitali per carta fotografica con sistema laser.
Museo dell'Ara Pacis, Lungotevere in Augusta (angolo via Tomacelli), Roma
Fino al 18 settembre 2016
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