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Francesco Cito, Hard Rain, Bosnia |
Come in altri casi, anche questo che segue è un estratto di una più ampia intervista pubblicata su Maledetti Fotografi (che, ovviamente, ti consiglio di leggere):
In passato ho lavorato molto a colori, i giornali cercavano foto a colori. Però il colore prestava meno attenzione al soggetto, al fatto primario. Le foto erano scelte dai direttori dei giornali e dai grafici, in base alle loro cromie, alle tonalità dei colori, non si guardava al contesto. E allora ho iniziato a lavorare in bianco e nero. Però il bianco e nero è più difficile, è composto da una costruzione geometrica, è una fotografia più grafica, e deve contenere l’essenziale senza essere un’immagine piatta, scialba. (La grafica del bianco e nero...) toglie il colore, ma rimane l’anima. I colori puoi anche immaginarli. Il sangue, anche se lo vedi nero, capisci che è sangue.
Ciao
Giovanni B.
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