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Fotografare i fuochi d'artificio (con un pizzico di creatività)

Mancano poche ore a Capodanno e, anche se l'idea potrebbe lasciarci del tutto indifferenti, un buon motivo per rivalutare l'ultima notte dell'anno è che ci permette di fotografare. Cosa? Ma i fuochi d'artificio, ovviamente!

Fuochi d'artificio (doppia esposizione con Holga)

"Tecnicamente" fotografare i fuochi d'artificio non è complesso: di fatto è
una luce intensa
in movimento
su sfondo scuro (molto scuro, solitamente)
della durata di alcuni secondi
che dobbiamo cercare di catturare sul sensore della nostra macchina fotografica.

Di conseguenza, per fotografare i fuochi d'artificio si useranno tempi di scatto lunghi (tra i 4 e i 7 secondi circa) e diaframmi chiusi (per tutta una serie di motivi, non ultimo quello evitare la sovraesposizione del cielo notturno) cercando di tenere la fotocamere più ferma possibile.
Quindi, quello che ci serve è:
  • una fotocamera con obiettivo (ovviamente). La versatilità di uno zoom "grandangolo - medio tele" può essere d'aiuto in fase di composizione;
  • un treppiede (stabile!);
  • uno scatto remoto (o "cavetto"). Non è indispensabile, ma è molto molto molto molto utile;
  • piccola torcia elettrica, per modificare le impostazioni della fotocamera al buio.

Le impostazioni da cui partire (e che potranno essere modificate in base ai primi scatti) sono:
  • apertura del diaframma tra f/8 e f/16 (le più consigliate sono f/8 e f/11, c'è anche chi usa f/6.3 o f/5.6);
  • sensibilità bassa (100 o 200 iso);
  • esposizione di qualche secondo, indicativamente tra 3 e 7, il tempo necessario per catturare tutta l'esplosione pirotecnica. E' questo il motivo principale per il quale lo scatto remoto, abbinato alla posa "B", è molto molto molto molto utile: si apre l'otturatore mentre il fuoco d'artificio sta salendo e lo si chiude quando la "rosa", o pioggia, di colori si è spenta (l'altro motivo è che usando lo scatto remoto non si corre il rischio di muovere, anche se di poco, la fotocamera);
  • messa a fuoco in manuale, all'infinito;
  • flash? no grazie. I fuochi d'artificio sono A) sufficientemente luminosi e B) sufficientemente lontani da rendere assolutamente inutile l'uso del flash;
  • stabilizzazione d'immagine disattivata, come sempre quando si lavora con un treppiede.

A questo possiamo scattare, utilizzando le prime immagini per regolare l'esposizione, la messa a fuoco e l'inquadratura (utilizzando, come riferimento, l'altezza dei primi fuochi).
Se tutto va bene riusciremo anche ad ottenere delle "belle" fotografie... esattamente uguali a 100.000 altre già visibili sul web. E allora?


Beh, abbiamo a disposizione diversi elementi: tempo, diaframma, messa a fuoco, stabilità della fotocamera, inquadratura... perchè non provare a:
  • lavorare sulla messa a fuoco, come ha fatto David Johnson in queste foto: si parte dallo sfuocato e si mette a fuoco nel corso dell'esposizione;
  • modificare la lunghezza focale dell'obiettivo "zoomando", nel corso dell'esposizione, dal grandangolo al tele;
  • includere, nella nostra composizione, alcuni elementi caratteristici e/o interessanti del paesaggio (facciamo in modo che siano a fuoco, ed evitiamo fonti di luce molto luminose che potrebbero portare ad una sovraesposizione dell'immagine). Se sono sufficientemente vicini, possono essere illuminati con un lampo del flash (staccato dal corpo macchina) o con una torcia elettrica;
  • moltiplicare l'effetto dello spettacolo pirotecnico sfruttando i riflessi sull'acqua o su superfici riflettenti;
  • realizzare più esposizioni sullo stesso "fotogramma", per avere più fuochi d'artificio nella stessa immagine;
  • realizzare un "sandwich" di diversi scatti (a raffica) con tempi brevi, per vedere cosa salta fuori;
  • trovare un punto di vista differente dalla solita piazza o balcone (questo aspetto va, ovviamente, pianificato con un po' di anticipo, facendo attenzione, se vicini, a non mettersi sottovento ai fuochi, con il rischio di essere investiti dai loro fumi);
  • muovere la fotocamera durante l'esposizione, aggiungendo il nostro movimento al movimento dei fuochi.

Altre idee non mi vengono, ma ho ancora 24 ore di tempo per pensarci. Anche se so già che, domani, i fuochi li dovrò accendere io e, allora, addio fotografie...
Un attimo! Perchè non un selfie mentre accendo un bengala?!
Questo è il segnale che è il momento di chiudere.

Buona fine d'anno e, soprattutto, buon 2015.


Giovanni B.

Commenti

  1. Ciao Giovanni, grazie per quest'anno di newsletter, sempre interessanti e appassionate, e buon 2015.
    Francesco

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