In evidenza

Tutti i concorsi di fotografia del 2024

Cosa puoi imparare da un fotografo professionista

Poter seguire, da vicino, un fotografo professionista al lavoro è un'occasione unica per imparare i trucchi del mestiere.
Questa settimana ho avuto l'opportunità di seguire Max Angeloni sul set del suo ultimo progetto, una rappresentazione fotografica della Via Crucis messa in scena con la collaborazione del Gruppo Storico Romano. Ecco cosa ho imparato.

2000 anni fa, in terra di Palestina...

6 suggerimenti imprescindibili per lavorare su di un set fotografico

La scaletta! Quando si fotografa "per passione", ci si può permettere il lusso di girovagare un intero pomeriggio con la macchina fotografica in mano, attendendo "l'ispirazione". Quando si fotografa, oltre che per passione, anche per professione, il tempo diventa prezioso. E non è in ballo solo il tuo tempo, ma anche quello dei tuoi assistenti, dei modelli e delle comparse che collaborano sul set. Meglio, quindi, non lasciare troppo spazio all'improvvisazione. Una "scaletta" degli scatti (che descrive la successione delle scene, i figuranti che dovranno essere presenti, l'eventuale atterezzatura o gli oggetti di scena necessari etc.) diventa un riferimento utile per tutti quelli che lavorano, dalla truccatrice, al tecnico delle luci, ai modelli.

Mentre si consulta la scaletta degli scatti (e ci si rilassa un po')

L'improvvisazione. Lo so, è in contrasto con quanto detto sopra, ma se la scaletta prevede uno scatto in esterno e Giove Pluvio decide che è giunto il momento di allagare Roma, c'è poco da fare: bisogna essere in grado di improvvisare. Trasformando, ad esempio, quattro arbusti sotto una tettoia nell'Orto del Getsemani. Operazione tanto più semplice quanto più si è padroni della tecnica fotografica (altrimenti, ve lo assicuro, è un'impresa piuttosto improba)

Il fotografo Max Angeloni al lavoro nell'Orto del Getsemani

La direzione. Per realizzare lo scatto che hai in mente devi essere in grado di gestire tutto: dalle luci alla posizione del piede sinistro della terza comparsa là in fondo, a destra.

Il fotografo Max Angeloni dà le indicazioni agli attori

La collaborazione (e la fiducia). Il fotografo è il regista della scena, ma non è onnisciente. Circondarsi di professionisti (per il trucco, ad esempio, o per le luci e l'attrezzatura) dei quali ci si fida fa la differenza; non solo per realizzare correttamente la fotografia immaginata sin dall'inizio, ma anche per provare nuove, possibili e in precedenza non ipotizzate varianti della scena.

La truccatrice Mara Genoese al lavoro

Lo studio (e la ricerca artistica e storica). Eh sì, non si finisce mai di studiare. Nel caso specifico, trattandosi di una Via Crucis (un fatto storico più volte interpretato, in passato o di recente, dagli artisti) era necessario mantenere una certa coerenza con il contesto storico, con la narrazione dei Vangeli e con altre importanti interpretazioni artistiche sullo stesso tema. Può quindi essere utile riguardare, con attenzione, il film la Passione, ridare un'occhiata alle Pietà del Michelangelo o alla Deposizione di Caravaggio; allo stesso modo, dovendo ricreare un'ambientazione storicamente credibile, appoggiarsi ad un'associazione come il Gruppo Storico Romano permette di evitare grossolani errori.

Saper fotografare non basta: lo studio e la ricerca artistica sono sempre necessari 

Il rispetto. Lavorare sul set può essere stressante; il rispetto delle persone e dei ruoli, l'educazione, la capacità di buttare lì una battuta al momento giusto o il semplice avvicinarsi ai modelli per condividere uno scatto ben riuscito aiuta a creare gruppo, e a stemperare le tensioni prima che si manifestino.

Foto di gruppo. Peggio di così non potevo fare, ma la mano mi tremava.

Com'è che non ho citato neppure un'ottica o una macchina fotografica? Beh, nelle quasi quattro ore trascorse ho avuto la possibilità di provare un paio di obiettivi Fuji (il Fujinon 56mm e il 23mm), di riprendere in mano il 35mm e di farmi un giretto con la X-T1. Tutte cose, intendiamoci, che non mi hanno lasciato indifferente (soprattutto la X-T1 e il 56mm); ma vedere un professionista al lavoro, permettetemi di ribadirlo, non ha veramente prezzo.


Giovanni B.

Commenti

  1. uh, bella esperienza!!! angeloni mi aveva impressionato nella sua sessione fotografica con la X-M1 (macchina che possiedo) di "dccc ab urbe condita" su fujifilm X stories.

    ciao

    RispondiElimina
  2. Grazie per la condivisione dell'esperienza. Ho avuto l'opportunità di trovare una volta Max Angeloni. Gli avevo scritto una mail chiedendo la sua opinione su due camere, come sto a Roma, mi ha invitato a trovarlo un pomeriggio di fronte a Castel Sant'Angelo. Ho trovato una persona molto semplice, ma anche molto professionale. I suoi lavori sono fantastici. La sua recensione su la x-m1 mi ha convito ad acquistare una e confesso che mi piace molto.

    RispondiElimina

Posta un commento