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Caduta libera, di Nicolai Lilin

Sono le 2.35 di un venerdì di fine aprile e, nonostante l'ora tarda e la consapevolezza che tra poche ore dovrò alzarmi, non riesco a prendere sonno.
Inevitabilmente; da poco ho chiuso, concluso la lettura del romanzo "Caduta libera", e la mente e il cuore è un groviglio di incubi.


Spesso si dice che un'immagine vale cento parole e prego che, in questo caso, non sia vero: perchè il libro di Nicolai Lilin non è la pubblicazione di un reportage fotografico sulla guerra Cecena, ma il racconto in parole dei suoi due anni da cecchino nell'esercito russo. Ed è un racconto che evoca i più brutti demoni, sia che parli di guerra, sia che parli della falsa pace per la quale si combatte.

Non è più solo la guerra cecena, ma quella raccontata diventa, nella mia anima, l'alito di tutte le guerre: e mi trovi nel letto a pensare che quello che ho appena letto come romanzo, in questo stesso momento, in qualche parte del mondo, è realtà. In troppe parti del mondo.

Peso i miei scontato gesti quotidiani (il caldo delle coperte, la sicurezza della casa, la colazione che puntuale mi aspetta tra poche ore) e non so più che valore dare loro.
Immenso valore, immenso.

Pensavo: chi dovrebbe leggerlo questo libro? Chi si interessa al reportage fotografico da zone di guerra, mi sono detto, chi ama Robert Capa, Don McCullin o i fratelli Turnley.

Ma ora, e si sono fatte le 2.48, penso che tutti dovremmo trovare il fegato di leggere questo libro. E di passare una notte insonne di fronte alla nostra confortevole e deprezzata vita.

Giovanni B.

Commenti

  1. Verissimo.ho letto caduta libera due settimane fa...credo che la devastante potenza di questo romanzo stia proprio nella sua capacità di far pensare all'insensatezza della guerra,il crudo e terribile realismo ne fanno un'opera di grande impatto che pone il lettore a distanza ravvicinata dal puro e semplice orrore.....spingendolo a porsi domande,a riflettere,a rivalutare l'importanza di una tranquilla quotidianeità.....

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  2. In poche frasi hai concentrato l'essenza del romanzo.
    Dopo di questo ho letto "Memorie di un soldato bambino", di Ishmael Beah, bello e terribile, ma con atmosfere completamente diverse da quelle di Lilin, ed ora sto leggendo "Saigon e così sia", raccolta dei reportage della Fallaci dal Vietnam. Consigliati entrambi.

    Ciao e grazie
    Giovanni

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