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Silenzio, parlano i tatuaggi: "Skin Ink", di Michele Del Vecchio

"Skin Ink - Parole di Carne" è un progetto fotografico bellissimo: quando ho visto le prime foto, e letto i primi testi, ho detto "questo mi piace", ed ho iniziato ad attendere che venisse pubblicata la foto successiva.

Collage di fotografie di uomini e donne con tatuaggi. Di Michele Del Vecchio
"Skin Ink - Parole di Carne", di Michele Del Vecchio

Se te lo racconto io corro il rischi di banalizzarlo, così lascio la parola a Michele Del Vecchio, direttore artistico di Spazio Tangram (un laboratorio artistico napoletano) e autore del progetto:
"Skin Ink - Parole di Carne" è un progetto fotografico che sto sviluppando per Spazio Tangram. Oggetto della ricerca è la pelle che -attraverso i tatuaggi- diventa pergamena post litteram, custode di iniziali, nomi, frasi ed aforismi. La cute come papiro del terzo millennio. Scritte che raccontano storie di persone, di ricordi, di assenze e di rinascite.
La mia indagine durerà un anno, e alla fine avrò pubblicato 365 fotografie, una al giorno. Gli scatti saranno completati da didascalie, piccoli racconti frutto di chiacchierate informali con i soggetti fotografati.
Il progetto si concluderà in una mostra fotografica organizzata da Spazio Tangram con una performace di "live tattoo"
E questa che segue è la foto, e la storia, di Bruno Tombari, uno dei 365 protagonisti del progetto:

Uomo con tatuaggio. Fotografia di Michele Del Vecchio per Spazio Tangram
"Bruno Tombari", fotografia di Michele Del Vecchio

«Bruno Tombari è di Buenos Aires ed in lui –come in tanti altri ragazzi argentini- scorre sangue italiano. Lui balla tango e lo fa divinamente. Con Mariángeles Caamano forma una delle più interessanti coppie della nuova generazione di tangueros. Bruno è in giro per corsi, workshop e stage, richiesto dalle migliori milonghe d’Europa ed ha scelto Napoli come quartier generale per questi tre mesi nel vecchio continente.
“Michele, poco fa ero allo stadio e - mentre il Napoli perdeva 2-1 col Dnipro - ho pensato che non poteva accadere perché non era mai successo nelle altre partite che avevo visto. E dopo poco Cavani ha fatto altri tre gol ed abbiamo vinto 4-2. Sono andato al San Paolo con la maglia del “Matador” e la tuta dell’Argentinos Juniors, le squadre della mia vita. Napoli è nel mio cuore”. E proprio “Co’Core” con il Vesuvio, si è fatto tatuare Bruno, un omaggio alla città ma soprattutto ai suoi amici partenopei.»


Ciao
Giovanni B.

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