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Una foto deve essere ambigua?

"E questa, cos'è?"
"Femministe che manifestano"

Questo scambio di battute tra moglie e marito mi ha incuriosito e mi sono avvicinato alla coppia; perchè il "questa" si riferiva ad una mia foto esposta. Già commentata, nei giorni precedenti, come una citazione dei lavori di Tobey o Pollock o, ancora, come la rappresentazione di una mappa urbana.

Muro della casa di Giulietta. Foto di Giovanni Battisti
Verona,  2017. Foto di Giovanni Battisti

Ne è nata una chiacchierata interessante, che mi ha portato a domandarmi se una fotografia deve essere immediatamente intelligibile o, piuttosto, se sia più interessante introdurre un elemento che la rende ambigua, almeno in una prima fase di lettura.
Qualcosa che ti induca, per l'appunto, a domandarti "E questa, cos'è?"; cosa rappresenta? cosa vuole dire?
Qualcosa che obblighi chi guarda la foto a fermarsi, ad attribuirle un significato: magari sbagliato, sicuramente interessante.

Devo ammettere che, se non avessi origliato il dialogo tra moglie e marito, questa fotografia sarebbe rimasta ancorata a ciò che ho fotografato: il muro che conduce al cortile della casa di Giulietta, a Verona, muro "riccamente" adornato di dichiarazioni di eterno amore affidate ad un pennarello, ad un post-it, un cerotto (!) o una gomma da masticare.

Ora riesco a vederci molto di più (una variopinta manifestazione politica, una mappa cittadina ricoperta di appunti, un lavoro di drip painting) e questa varietà me la rende più interessante, mi incuriosisce, mi propone nuovi spunti per i prossimi scatti.

E tutto è nato da una fotografia stampata ed esposta in pubblico, in una piccola, piccolissima mostra.

Ciao
Giovanni B.

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