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Fotografare, cosa ho imparato dal film Smoke

Un magnifico estratto dal film Smoke, che ogni appassionato di fotografia dovrebbe vedere almeno una volta. Si tratta di tenere duro fino al minuto 1.40 circa. Lì c'è la chiave di tutto. Sotto il video, la trascrizione del dialogo (perchè non me lo voglio dimenticare).


"Sono tutte uguali!"
"E' vero. 4000 fotografie dello stesso posto. L'angolo tra la terza e la settima alle 8 di mattina. 4000 giorni con tutti i tipi di clima possibile. E' per questo che non vado in vacanza, devo stare qui ogni mattina, alla stessa ora, ogni mattina nello stesso posto alla stessa ora."
"Non ho mai visto niente del genere."
"E' il mio progetto. Quello che puoi chiamare... il lavoro della mia vita."
"Pazzesco. Non sono sicuro di avere capito. Insomma, come ti è venuta questa idea... di fare... questo progetto?"
"Non lo so. Mi è venuta. E' il mio angolo, dopo tutto. Sì, insomma, è una piccola parte del mondo, ma anche qui succedono delle cose, come in qualunque altra parte. E' la documentazione del mio angolo."
"E' un po' ossessivo"
"Non capirai mai se non vai più piano, amico mio."
"Cosa vuoi dire?"
"Voglio dire che vai troppo veloce, non guardi neanche le foto."
"Ma... sono tutte uguali."
"Sono tutte uguali, ma ognuna è differente dall'altra. Ci sono delle mattine di sole, delle mattine buie. Ci sono luci estive e luci autunnali, giorni feriali e fine settimana. C'è gente con gli impermeabili e le galosce, e gente con la maglietta e i pantaloncini. Qualche volta la stessa gente, qualche volta differente. Qualche volta quelli differenti diventano uguali, e la stessa gente scompare. La terra gira intorno al sole, e ogni giorno la luce del sole colpisce la terra da un'angolazione differente.
"Più piano, eh?"
"E' quello che consiglio. Lo sai com'è: domani, domani, domani... il tempo mantiene sempre il suo ritmo."

Ciao
Giovanni B.

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